Degustazione vini da Marisa Cuomo Furore

Incontriamo Andrea Ferraioli, che il giorno del suo matrimonio con Marisa, oltre a prometterle amore eterno, pensò che il più bel regalo di regalo di nozze fosse proprio il fondare assieme a lei un’azienda vitivinicola.

“Oggi qui non nasce solo una famiglia, ma una nuova impresa vitivinicola!”

Questa fu la frase che Andrea pronunciò quel giorno. L’intenzione era quella di riprendere e far rifiorire l’antica storia di famiglia legata alla coltivazione e all’agricoltura, che aveva origine nel lontano XVII secolo!

Andrea da dove nasce questa idea che poi è divenuta un regalo e una promessa? Nasce dall’amore per il territorio, ma in particolare per una sensazione che fin in giovane età mi trasmise mia madre. Lei aveva a cuore questi luoghi e aveva il timore che una volta tramontata la sua generazione tutto sarebbe andato in rovina, abbandonato al suo destino.

Le cose sono andate diversamente invece.
È stato questo radicato sentimento di appartenenza la motivazione per prendermi cura della nostra terra e dei suoi frutti. È stata una vera sfida, anche perché presentare una donna imprenditrice nel 1983 non era facile. Abbiamo vinto lo scetticismo, reso felice mia madre e trasmesso questa passione ai nostri figli.

Quale reputi sia stato l’elemento determinante del vostro successo? L’assenza di una formazione professionale specifica. Non sono un enologo. Ma proprio questo mi ha reso facile fare scelte diverse, poco ortodosse e vicine alle caratteristiche della mia terra e di Furore, dove ho salvaguardato i vigneti che crescono in verticale sulle pareti di roccia e creano un paesaggio di terrazze coltivate unico al mondo.

A cosa ti riferisci? Mantenere in vita questo sistema significa mantenere attivi i contadini che ci danno l’uva offrendo un assistenza e un trattamento economico che li spinga a rimanere negli appezzamenti. Solo così la terra e gli uomini sopravvivono, creando per loro opportunità economiche e preservando i vitigni originali che sono il nostro vero tesoro.

Prima mi accennavi qualcosa sui vostri vitigni e li hai definiti vitigni storici e non autoctoni, perché? Perché i vitigni che coltiviamo sono ceppi che hanno in media almeno 80 anni, qualcuno addirittura centocinquanta, ma non sono nati qui, sono stati importati in epoche antiche. Con i millenni sono diventati i vitigni della Costa d’Amalfi e la certificazione DOC legata al territorio li rende unici, come il vino che produciamo.

Quali sono le caratteristiche dei vini di Marisa Cuomo? “Un vino appassionato che sa di roccia e di mare”, questo scrisse l’enologo Gino Veronelli nel recensire il Fiorduva, probabilmente il vino che meglio ci rappresenta: colore dorato, intenso e con riflessi verdognoli. I profumi sono quelli della Costiera: ginestra, sentori di miele, frutti esotici e di albicocca passita.

I vostri vini sono apprezzati nei ristoranti più rinomati del pianeta, come possono visitare la vostra cantina gli ospiti dell’Hotel Margherita di Praiano?

Essendo stati tra i primi ad accendere la fiamma dell’enoturismo in Campania, siamo in grado oggi di ospitare i viaggiatori in una location molto suggestiva: una bottaia scavata per 80 metri nella roccia dove potrete degustare i vini di nostra produzione, dal Furore Rosso Riserva, il Ravello Bianco e naturalmente il Fiorduva! Siete i benvenuti!